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Trento, 12 giugno 2018
"Scogli e Approdi"
Rassegna di cortometraggi sulla storia di donne e bambini che hanno vissuto la dura realtà di profughi
a cura di Adel Jabbar
Trento, martedì 12 giugno, ore 20.30, CInema Astra, corso Buonarroti
leggi programma in PDF

ACQUARIUS: Scogli e Approdi
Intervento di Lucia Coppola
dal Trentino di domenica 17 giugno 2018

L'Aquarius,  la nave che opera per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo sotto l'egida di SOS Mediterranee e di Medici senza Frontiere, è una vecchia imbarcazione della guardia costiera tedesca e può ospitare fino a 500 persone. La sua vicenda, legata alla chiusura dei porti italiani da parte del ministro degli interni Salvini, ha diviso l'opinione pubblica italiana ed europea ed ha messo sotto gli occhi di tutti, con la crudezza delle immagini e delle storie di tanti disperati, il dramma senza fine di chi fugge dalle guerre, dall'Isis, dalla vita senza dignità e futuro dei campi profughi, dalle torture e dalle violenze del regime libico.

623 persone, tra cui 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte, sono arrivate dritte al cuore di molti, hanno suscitato l'indignazione di coloro che pensano che il nostro paese non debba divenire uno scoglio invalicabile e respingente. E il plauso di coloro che pensano  che Salvini abbia operato nell'interesse degli italiani,  non tollerano più sbarchi, miserie e vicende, se pure dolorose, che non li riguardano.

Si è sentito di tutto e di più: la condivisione per l'offerta del primo ministro spagnolo Sanchez di consentire l'approdo a Valencia, le accuse alla Francia che dopo aver respinto furiosamente i migranti alle frontiere di Bardonecchia e Ventimiglia e aver consentito la vergogna della Giungla di Calais si erge a giudice dei comportamenti italiani.

Si accusano le  ONG, senza operare alcuna distinzione, di traffico di essere umani. Si stigmatizza il rifiuto di Malta, certo non giustificabile. Ma credo che a questo proposito vada tenuto presente che Malta, che dista 140 km dalla Sicilia, ha una superficie che è un quarto di quella di Roma e accoglie il 18% di migranti ogni 1000 abitanti, contro il 2,4 dell'Italia, che è peraltro agli ultimi posti in Europa.  Ed è scarsamente attrezzata per una accoglienza di queste proporzioni. L'isola ospita attualmente 7948 migranti.

Va anche ricordato che la  Convenzione di Amburgo del 1979 sul soccorso marittimo prevede che l'accoglienza avvenga in porti ritenuti sicuri sia per prossimità geografica che per organizzazione e capacità di primo soccorso.

La legge italiana inoltre vieta di respingere persone che chiedono protezione internazionale, e l'Italia è stata più volte condannata dall'UE per aver prodotto respingimenti di massa prima di verificare lo stato di protezione.

IL Testo Unico per l'Immigrazione all'articolo 10 parla dei respingimenti e dice che non è possibile non consentire accoglienza e soccorso ove vi sia necessità di misure di protezione temporanea per motivi umanitari.

Lo stesso afferma l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra.

Va inoltre tenuto presente che la Francia accoglie il 4% di migranti ogni mille abitanti, l'Austria il 10 %, la Germania 8, 1 %, Cipro il 10%, la Svizzera il 9,9 %, i Paesi Bassi il 6 %, la Danimarca il 5,9%. Alcuni sindaci del sud Italia, facendo appello al comune senso di umanità e alla tradizione che accomuna tutti coloro che vivono sul mare, hanno offerto l'attracco nei loro porti. E' la città rifugio di Napoli, sono i sindaci di Palermo, Napoli, Reggio Calabria, Taranto, Messina. Nel frattempo l'Europa ancora non accenna a cambiar i Trattati europei, tra tutti il Trattato di Dublino sottoscritto dal governo Berlusconi, ministro degli esteri Maroni, che obbliga all'accoglienza e alla identificazione il primo paese nel quale si sbarca e nel quale si esamina la domanda di protezione internazionale.

A questo punto forse è necessario sfatare qualche luogo comune. L'Italia non è un campo profughi come afferma il ministro dell'Interno Salvini. Già 11 mesi fa l'Italia e la  Ue hanno deciso di addestrare la guardia costiera libica per fermare i flussi, ed è noto a tutti cosa abbia comportato per i poveri migranti che sono stati riportati nei campi di concentramento libici, dove i diritti umani, tra cui quello che vieta la tortura, sono scientemente  e pervicacemente violati. Il trend degli sbarchi dunque è in continua diminuzione.

Nei primi cinque mesi dell'anno vi sono stati 13.430 arrivi, 78% in meno dello stesso periodo del 2017. Gli arrivi dalla Libia sono stati meno dell'84%.

Dall'inizio dell'anno, stime Onu, vi sono stati 664 morti nel Mediterraneo. Più della metà erano provenienti dalla Libia. Le soluzioni di Salvini sarebbero dunque  i respingimenti e i rimpatri. Per quanto riguarda questi ultimi, va detto che i dati Frontex quantificano in 5800 euro la cifra per riaccompagnare in patria un migrante: per 500 mila migranti irregolari sarebbero circa 3 miliardi di euro. E ci vorrebbe quasi un secolo.

Oltre al fatto che vi sono grandi difficoltà a stringere accordi con i paesi di origine, senza i quali non si possono fare rimpatri.

Inoltre i 5miliardi di euro di cui parla Salvini, cifra contenuta nel documento di economia e finanza, linee guida da adottare su base triennale per la finanza pubblica, prevedono circa 35 euro a migrante, giornalieri. In questa cifra sono compresi anche il soccorso in mare, l'assistenza sanitaria, l'istruzione. Gran parte di queste spese vengono sostenute dall'Unione Europea.

Attualmente il Sistema di Accoglienza dei migranti comprende gli hotspot, centri di prima accoglienza, luoghi di sbarco attrezzati per il soccorso, l'identificazione, l'informazione sulle procedure per la richiesta d'asilo ecc. (Lampedusa, Pozzallo, Trapani, Taranto, i porti di Messina e Palermo sono attrezzati al bisogno), I CARA sono centri di accoglienza per richiedenti asilo, per il tempo necessario all'esame della domanda d'asilo. I bandi di gara sono appaltati dalle prefetture. Ne troviamo a Isola Capo Rizzuto, Gradisca d' Isonzo, Caltanissetta, Foggia, Bari,  Brindisi, Mineo.

Vi sono poi i CPR, centri per il rimpatrio, a Torino, Roma, Brindisi, Bari, Caltanissetta. Obiettivo del governo è farne uno in ogni regione, per chi non ha diritto a stare i  Italia.

Infine ecco gli SPRAR, centri di permanenza  per i richiedenti asilo, che sono un migliaio sul territorio nazionale. Sono centri di seconda accoglienza che stimolano progetti tesi al raggiungimento di autonomia individuale, di vita e lavorativi, integrazione e  progetti territoriali, accoglienza integrata per favorire l'inserimento nella vita sociale, produttiva, culturale del paese ospitante.

Attualmente solo 1200 comuni su 8000 sono coinvolti nel sistema. In Trentino 60 Comuni su 160.

Lucia Coppola
co-portavoce dei Verdi del Trentino

 

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